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sabato 28 dicembre 2013

Commenti all'incontro con le ragazze della comunità

Per noi quest’incontro è stato una grande esperienza ;sono felice di aver potuto ascoltare. Sono rimasta molto colpita da ogni cosa che raccontavano e ho riflettuto a lungo anche su di me e sul mio futuro.
Ho capito che ci sono ragazzi con dei problemi davvero seri e preoccupanti,che alla mia età penso sia meglio essere indecisi ed insicuri sulle scelte e su cosa pensare,anziché essere sicure come lo sono state loro.
Erano certe ma su cose sbagliate,erano sicure che nessuno le potesse aiutare e si ribellarono a tutto pensando fosse giusto,invece presero la strada più sbagliata.
Ho riflettuto anche su quanto possa essere importante il sostegno di un adulto,di un genitore,anche se spesso noi vogliamo fare tutto senza di loro.
Ho una buona opinione sulle comunità perché, grazie ad esse,vengono salvati tanti ragazzi. Penso però che sia molto difficile uscire dalle comunità e mi ha colpito il tanto coraggio necessario per raccontare tutto ciò che si è vissuto di sbagliato nella propria vita.

Post tratto dalla relazione di Cristina della classe 3 I


E’ molto facile trovarsi dentro la tossicodipendenza,uscirne è difficile perché perdi anche la dignità.
A una persona,anche se ha battuto la testa ed è caduta, va data la possibilità di rinascere e ricominciare.
Questo è stato l’incontro più bello da quando sono alle medie. Le ragazze si sono preparate benissimo,hanno superato le difficoltà iniziali di parlare davanti a noi e si sono commosse quando hanno parlato di loro stesse.
Be’ forse quella è stata la parte più bella perché molti di noi si sono commossi ed anche io ho avuto i brividi.

Post tratto dalla relazione di Tommaso della classe 3 A.

Il colloquio con queste ragazze mi è piaciuto molto,è stato emozionante.
Mi ha insegnato che senza veri punti di riferimento non si va da nessuna parte. Se si sbaglia ci sono sempre opportunità per rimettere le cose a posto;la comunità è una di queste.
Si sbaglia soprattutto per curiosità di provare o per la superficialità con cui si tratta la vita.


Post tratto dalla relazione di Lorenzo della classe 3 I.

Incontro con le ospiti della comunità "Tingolo libera tutti"

Il 30 novembre le classi 3 A e 3 I della Scuola secondaria hanno incontrato tre ragazze ospiti della comunità “Tingolo libera tutti” facente parte della cooperativa “L’Imprevisto” di Pesaro.
Tutte e tre ( Cassandra,Alice e Giulia ) hanno fatto le loro esperienze con la droga in età adolescenziale,quando erano alla ricerca di “qualcosa che potesse riempire il vuoto dentro” che si ha in questa età. Purtroppo però,sono finite in compagnie sbagliate.
La prima ad intervenire è stata Cassandra (18 anni):”Avere dei punti di riferimento in questa età è fondamentale. Da sola non vai da nessuna parte”.
Come la maggioranza degli adolescenti,a 13-14 anni,anche Lei era presa da cose futili,era carica di rabbia ed andava contro tutti,in realtà si sentiva fragile,insicura e per colmare “quel vuoto dentro”,entrò nel giro della droga.
Con l’aiuto della comunità di recupero per tossicodipendenti,però, è riuscita a superare l’esame di terza media e ha fatto tanti altri progressi.
“Ogni persona ha bisogno di rispetto,sostegno e di aiuto in caso di difficoltà e tutto questo l’ha trovato in comunità”dice Lei.
Alice (ora ha 20 anni) a 13-14 anni era convinta di sapere cos’era giusto per Lei, di conseguenza ha rifiutato l’aiuto degli insegnanti,dei parenti e dei genitori. Si comportava male con tutti,soprattutto a scuola,dove tutti la acclamavano, magari perché era quella che dava il coraggio (dato dalla droga) di mandare a quel paese un insegnante, o perché spesso trasgrediva le regole.
In realtà Lei aveva un desiderio grande,bello,che a causa della droga,non riusciva ad esaudire. Lei voleva essere guardata ed acclamata per le sue azioni belle non per le trasgressioni.
Giulia (18 anni) ha fatto le sue prime esperienze a un’età inferiore. Ha iniziato a “fare casini” già a 8 anni;poi ha cominciato a fumare, a drogarsi e così via.
E’ entrata in comunità di sua volontà anche se dopo un po’ di tempo è scappata, per poi ritornare.”Se non si riconosce di avere ancora bisogno di aiuto e comprensione,non si è pronti ad uscire”. Non riusciva ad affrontare la vita e cercava di sfuggire alle difficoltà. Per questo ha iniziato a drogarsi. Non importava il fatto di come spiegare alle persone vicine ciò che stava passando,non importava come e dove procurarsi i soldi necessari.” Se sei tossicodipendente i soldi li trovi,non importa come” spiega Giulia,intendendo la prostituzione,lo spaccio e il furto.
Le ragazze ci hanno raccontato la loro giornata in comunità (sveglia alle 7,30) caratterizzate da molte attività pratiche: pulizia delle camere,preparazione dei pasti,ecc.)
Uscire dalla comunità non dipende dall’eta',ma dalla capacità di resistere fuori senza ritornare nel giro delle sostanze.
Se una persona è cosciente, leale e sincera con se stessa, il raggiungimento della convinzione di voler uscire, richiede tempo.


Post tratto dalla relazione di Nikol della classe 3 A.

venerdì 27 dicembre 2013

Nelson Mandela

       L'istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo.
                                                     
                                                                   Nelson Mandela


sabato 7 dicembre 2013

Avvicinare i bambini alla natura migliora la loro crescita culturale

Ai bambini piacciono le collezioni di ogni tipo. Hanno uno spirito sistematico,si potrebbe dire. Amano raccogliere le figurine dei calciatori,i modelli delle automobili e quelli di plastica dei dinosauri. Inoltre si divertono, e sono bravissimi,a conoscere e ricordare i nomi di tutto quello che vanno raccogliendo. Se poi si tratta di dinosauri o di altri animali ricordano persino i loro nomi scientifici,in latino. Si trovano ancora, infatti, in quella precoce fase della vita in cui occorre imparare a dare il nome alle cose e ciò, semplicemente, perché appartengono a una specie che deve tutto imparare e che, tanto più sa, tanto meglio si troverà nel futuro. A cominciare, per esempio, dal conoscere tante parole.
Si tratta dunque d’un fatto naturale della specie umana. Ma c’è anche dell’altro nella nostra natura. Nasciamo infatti con, scritta nei nostri geni, una vivissima curiosità per gli altri viventi. O.E.Wilson, grande studioso della biodiversità, definì quest’attrazione “biofilia”. Una spontanea necessità di specifica conoscenza ben presente in ogni bambino.
Il fenomeno ancora sussiste- ci spiega Wilson- perché siamo vissuti per moltissimo tempo, ben più di centomila anni, immersi nella natura, dov’era indispensabile saper interagire con gli esseri che con noi condividevano il Pianeta. E la sopravvivenza allora era legata al conoscerli bene, al saperli indicare e descrivere. Un’eredità, dunque, che viene da lontano e che questo mondo un po’ troppo moderno sta spazzando via, sottraendola soprattutto alle ultime generazioni che tendono a sostituirla con giochi tecnologici.
I nostri figli sono di fatto sempre più pigri. Soddisfano le loro infantili curiosità giocando estraniati davanti a uno schermo, senza stimoli a esplorare autonomamente il mondo, muovendo un po’ le gambe. Più grassi e con meno muscoli, insomma.
Dovrebbero essere portati più spesso in un bosco, nei prati, con scarponi e binocolo.
Non devono perderla quell’innata attrazione verso la natura, bensì coltivarla. Così sentiranno poi il desiderio di rispettarla, di proteggerla.



Danilo Mainardi
Dal Corriere della Sera del 5 dicembre 2013.