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sabato 18 giugno 2011

Apprendere a scuola

Apprendere non è “cool”, non è “easy”, non ha niente di “glamour”. Anche perché è una cosa lunga, di piccoli passi, che dura mesi, anni. E’ una cosa sempre più incompatibile, insomma, radicalmente incompatibile, con l’aria dei tempi che vuole che tutto si faccia velocemente, schiacciando un bottone, con il semplice sfiorare uno schermo, che le macchine, gli automatismi d’ogni genere, ci forniscano ciò che ci serve. E vuole che tutti sempre ci divertiamo, siamo leggeri, agili, disinvolti: altro che il patema e magari la brutta figura di un’interrogazione, o la fatica di un compito scritto! Sì, per far esistere la scuola oggi ci vorrebbe ciò che non c’è: docenti che se infischino della modernità, famiglie motivatissime, ragazzi senza computer. Ci vorrebbe cioè quello che non può più esserci!


Dall’articolo di Ernesto Galli Della Loggia pubblicato su STYLE n°7-8 Luglio-Agosto 2011 magazine del Corriere della Sera

giovedì 16 giugno 2011

Contro le mafie

Questo post riporta una parte dell’intervista rilasciata da Don Luigi Ciotti alla rivista Press del marzo 2011, edita dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, firmata da Umberto Lombardi.

Nello statuto dell’Associazione “Libera”-fondata nel 1995 da Don Ciotti-si legge che questa ha lo scopo di “promuovere una cultura della legalità, della solidarietà e dell’ambiente…”. Come si promuove, soprattutto nei giovani, una cultura fondante i temi della legalità, della giustizia e della corresponsabilità sociale?
La legalità comincia appunto dalla corresponsabilità, e in questo senso la prima educazione deve essere alla relazione, alla socialità. I bambini, anche a scuola, vanno accompagnati all’incontro con l’altro, va insegnato loro che soltanto in quello scambio possono conoscere se stessi, possono crescere e quindi realizzarsi. Ecco perché educare alla legalità deve diventare un educarci insieme ai rapporti umani, un mettersi in gioco, un incontrarsi. Ogni iniziativa che, in questa prospettiva, punti a suscitare nei giovani l’amore per la democrazia e per la giustizia sociale merita incoraggiamento e sostegno. Ben vengano allora le ore dedicate allo studio della Costituzione, purché la cosiddetta “educazione alla legalità” non si risolva in formalismi, in freddi e distaccati passaggi di nozioni, norme, regole. Presentare la legalità in un’ottica solo formale, come un sistema di divieti e di prescrizioni, significa perdere un’occasione preziosa d’incontro con i giovani.

In questi anni di attività, quali progetti e risultati sono stati raggiunti da “Libera”?
Non mi piace parlare di “risultati”, piuttosto di percorsi da continuare a costruire insieme, di tappe lungo il cammino dell’impegno, della corresponsabilità, del “noi”. Fra le attività più importanti di Libera c’è stato certo il lavoro sui beni confiscati, reso possibile da quella legge 109/96 che è stata la nostra prima scommessa: per sostenerne l’approvazione, 15 anni fa, raccogliemmo oltre un milione di firme in tutta Italia. Le cooperative del circuito Libera Terra, che danno un lavoro vero a tanti giovani e portano sulle tavole degli italiani prodotti dal gusto di legalità e responsabilità, sono oggi forse il simbolo più visibile di quanto è stato possibile realizzare grazie a quella norma. Ma altrettanto importante è per noi il discorso educativo avviato in tante scuole e università, e il rapporto di affetto e collaborazione stretto insieme ai famigliari delle vittime, che oggi sono riuniti in un coordinamento di circa 5 mila persone.







domenica 12 giugno 2011

Un libro per l'ambiente 2011

Dalla metà di febbraio la nostra classe, la 1 A e la 3 E, ha partecipato ad un progetto ideato da Legambiente che consisteva nella lettura di alcuni libri di carattere naturalistico o narrativo per poi esprimerne un giudizio.
Il 30 maggio abbiamo avuto l’incontro finale nella sala del Consiglio Provinciale, dove ci ha accolto la coordinatrice di Legambiente assieme ad una rappresentante della casa editrice Lapis per il libro “Il manuale della natura”, in quanto gli autori non potevano essere presenti perché francesi.
Abbiamo assistito ad un collegamento in videoconferenza con altre città delle Marche e precisamente Fabriano, Camerino, Camerano e Ancona.
Prima abbiamo rivolto alcune domande alla rappresentante della casa editrice presente a Pesaro, poi abbiamo posto una domanda on-line all’autrice del libro “Figli del vento” e ai rappresentanti delle case editrici che si trovavano nelle diverse città collegati in videoconferenza.
Alla fine il momento atteso da tutti… la premiazione dei libri preferiti dai ragazzi… tutti con le orecchie aperte ascoltavamo la voce di Sandro Donati, Assessore Regionale all’Ambiente, che pronunciava i libri vincitori!!
Hanno vinto , per il ramo narrativo “Il regalo nero”, invece per il ramo scientifico “I figli del vento”.
Gli autori e i loro rappresentanti hanno ringraziato gli studenti delle varie scuole per avere letto con interesse tutti i libri selezionati da Legambiente.


Questo incontro ,nonostante alcuni problemi tecnici con  il collegamento in videoconferenza, per me , è stato molto interessante perché gli autori hanno chiarito i nostri dubbi su alcuni aspetti del contenuto dei libri.


Commento di Alessandra della classe 2 A.

La nostra alimentazione 2

Due esperte, sabato 28 maggio, ci hanno spiegato che, soprattutto noi adolescenti, dobbiamo seguire un’alimentazione sana, corretta e nutriente perché nel Centro Italia l’obesità fra gli adolescenti è aumentata del 5-10%.


Noi tra un panino ben farcito e un frutto di stagione scegliamo il panino , anche se bisognerebbe scegliere la frutta, perché una dieta sana è meglio che essere in sovrappeso! Anche le bibite bisognerebbe berle pochissimo perché possono contenere caffeina e coloranti artificiali. Di naturale c’è solo l’elemento base, l’acqua.
I videogiochi, internet e la televisione contribuiscono all’aumento dell’obesità nel mondo perché divertono molti ragazzi e per usarli basta solo spingere un bottone!!
Dovremmo, invece, preferire il gioco con gli amici all’aria aperta e praticare uno sport.
Molti di noi passano il tempo davanti alla tele mangiando un pacco di patatine fritte!!!


Io cerco di mangiare sano ma , qualche volta, mangio junk-food e bevo bibite.


Intervento di Camilla della classe 2 A.

giovedì 9 giugno 2011

La nostra alimentazione

Sabato 28 maggio la nostra classe è stata invitata ad assistere a una lezione sull’alimentazione.
Una professoressa dell’Università di Ancona insieme ad una dottoressa dell’Ospedale Regionale delle Marche ( che è la mamma di una alunna della prima A) ci hanno spiegato l’importanza di una corretta alimentazione.
I bambini, i ragazzi, ma anche gli adulti molto spesso sono influenzati dalla pubblicità che ci inganna e ci fa comprare dei prodotti di cui spesso non abbiamo bisogno. Molto spesso questi prodotti sono dannosi per la nostra salute; ma,anche se lo sappiamo, continuiamo a comprarli.
Hamburger, patatine fritte, pizza ecc. sono i cibi preferiti dai ragazzi. Gli americani li chiamano JUNK FOOD (cibo spazzatura).Sappiamo che non fa bene alla salute ma tutti lo mangiano ugualmente. Infatti la percentuale dei bambini obesi sta aumentando in America, in Italia e in tutti i paesi ricchi. Secondo gli esperti le persone devono mangiare più frutta e verdura e meno dolci e JUNK FOOD. Per i ragazzi è molto importante praticare uno sport. Quando una corre i muscoli hanno bisogno di energia e quindi consumano più calorie e grassi.


Non solo i cibi ma anche le bevande contengono molte sostanze chimiche. Per esempio le bibite gassate contengono oltre all’acqua, anidride carbonica, zuccheri e altre sostanze prodotte artificialmente in laboratorio.
Dobbiamo essere più attenti alla nostra alimentazione perché gli scienziati hanno dimostrato che molti cibi elaborati sono, alla lunga pericolosi per la salute.


Intervento di Karina della classe 2 A.

mercoledì 1 giugno 2011

Per i genitori.

LASCIAMO I BAMBINI FUORI DA FACEBOOK PER CHIUDERE LA PORTA AI PEDOFILI.

Non se ne parla quasi mai sui giornali, nei bar o sul web. Quasi a voler scongiurare il fantasma dell’orco e a volere dimenticare le nostre responsabilità. Ma la pedofilia viaggia su Internet alla velocità dei social network, scientificamente irraggiungibile per noi genitori. E’ per questo che non può passare sotto gamba la leggerezza con cui Mr. 12,5 miliardi di dollari, il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, ha tranquillamente anticipato alla Cnn che in futuro si potrà pensare a dare libero accesso sul più dilagante sito di social network anche ai bambini ( sì bambini, non chiamiamoli teenager o adolescenti in questo caso ) al di sotto dei 13 anni.
Zuckerberg, che ha sottolineato come in cantiere non ci sia un progetto come questo, parla come se fosse un neo-sociologo ma in realtà pensa a Wall Street e alla sua quotazione da 50 miliardi di dollari, già in attesa come l’evento storico che farà impallidire la divinità Google. Sono affari, comprensibile.
Ma ci sono argomenti su cui anche un manager che pensa ai propri miliardi deve fare un passo indietro, soprattutto quando dalle sue decisioni può dipendere la sicurezza dei bambini.
“I criminali su Internet ragionano esattamente come quelli di strada: preferiscono entrare dove la porta è aperta” racconta sempre un dirigente esperto della Polizia postale. E allora, anche se è vero che gli under 13 più scaltri troveranno comunque il modo di chattare liberamente su Facebook usando delle credenziali false, aprire quella porta per tutti i bambini con le loro credenziali vere- che in sostanza permette di essere rintracciati più facilmente visto che chi si collega può sapere che sta parlando con un bambino di 10 anni-vuole dire fare entrare facilmente i pedofili anche in quello spazio pericoloso che sempre di più si sta sovrapponendo alla strada.
La responsabilità maggiore rimane in carico a noi genitori prima di tutto. Ma che almeno gli Zuckerberg e affini del web 2.0 che stanno rivoluzionando la nostra vita non dimentichino di avere un ruolo sociale anche fuori dalla Rete.
Saranno realtà virtuali, forse, ma i danni sono veri.

Massimo Sideri
Articolo tratto dal CORRIERE DELLA SERA del 31 maggio 2011 pag.42.